Le prime vaccinazioni di tuo figlio: cosa c’è da sapere

Con un bambino piccolo, specialmente se il primo, i genitori possono trovarsi completamente impreparati per quanto riguarda i primi passi. In particolare, le prime cure mediche sono fondamentali per la corretta e sicura crescita del bambino.

I genitori devono essere a conoscenza delle procedure e, soprattutto, dell’obbligatorietà ed importanza della vaccinazione. Le vaccinazioni di base sono, infatti, raccomandate proprio perché ritenute essenziali per la salute individuale e non solo. Infatti, la prevenzione ottenuta con le vaccinazioni ha ovviamente un impatto protettivo anche per l’intera popolazione.  

Purtroppo, però, in un periodo di esasperante cattiva informazione, per i genitori diventa ancora più complicato prendere decisioni e gestire i primi importanti mesi di vita dei propri figli. A questo proposito, si pensi al movimento dell’antivaccinismo (o no-vax) e alle serissime conseguenze che comporta nella salute del bambino, come ad esempio la convinzione che i vaccini causino l’autismo.

Per evitare inutili e pericolosi contagi tra i bambini, per poter essere ammessi ad asili nido e scuole, tutti i bambini dovranno essere vaccinati. Questo è stato deciso dal decreto di legge 2017-2019 che reintroduce l’obbligatorietà della vaccinazione. Il decreto interessa tutti i bambini dai 0 ai 6 anni e ha come scopo principale quello di impedire il ritorno di malattie che sembravano ormai scomparse. Pena per la non vaccinazione dei figli: pesanti sanzioni oltre all’esclusione dei bambini dalla scuola.

Ma vediamo, innanzitutto, quali sono i vaccini obbligatori per i nostri figli. In precedenza, al decreto di legge, le seguenti 4 vaccinazioni erano già obbligatorie:

  • Antidifterica (Legge del 6 giugno 1939 n. 891 – Legge del 27 aprile 1981 n. 166)
  • Antitetanica (Legge del 20 marzo 1968 n. 419)
  • Antipoliomelitica (Legge del 4 febbraio 1966 n. 51)
  • Antiepatite virale B (Legge del 27 maggio 1991 n. 165)

Tutte le altre vaccinazioni erano comunque disponibili e, in molti casi, gratuite. Successivamente all’emanazione del decreto del 2017, se ne aggiungono altre 6:

  • Anti-pertosse
  • Anti-morbillo
  • Anti-rosolia
  • Anti-parotite
  • Anti-varicella
  • Haemophilius influenzale

Inoltre, volontariamente si possono eseguire altre vaccinazioni molto importanti in età pediatrica:

  • Anti-meningococco B
  • Anti-meningococco C
  • Anti-pneumococcica
  • Anti-rotavirus
  • Anti-HPV

Tali vaccinazioni, offerte gratuitamente dal servizio sanitario italiano, sono caldamente raccomandate.

Come si può vedere, la lista dei nuovi vaccini obbligatori non solo è più lunga della precedente, ma, inoltre, riguarda malattie, come ad esempio morbillo, rosolia e varicella, per cui, fino a poco tempo fa, non era necessaria l’obbligatorietà. Infatti, come menzionato poco fa, già dal 1999, il sistema sanitario ne ha sempre incentivato e garantito la gratuità.

La somministrazione di questi vaccini avviene solitamente in forma combinata, cioè attraverso una unica iniezione che contiene più antigeni contemporaneamente: questo rende certamente più pratico un processo che può essere traumatico tanto per il neonato, quanto per il genitore.

Esistono varie formulazioni combinate tra cui:

  • Esavalente (difterite-tetano-pertosse-epatite B-poliomielite-Haemophilus influenzae di tipo B)
  • Trivalente DTPa (difterite-tetano-pertosse)
  • Quadrivalente DTpaIPV (difterite-tetano-pertosse-polio)
  • Trivalente MPR (morbillo-parotite-rosolia)
  • Quadrivalente MPRV (morbillo-parotite-rosolia-varicella)
  • Meningococco quadrivalente (A-C-W-Y)

In caso una delle malattie si sia già presentata nel neonato, è possibile richiedere una formulazione monocomponente o combinata, ma priva dell’antigene relativo alla malattia già avuta. E’, tuttavia, importante sapere che, a causa del costo più elevato, in molte regioni italiane non è possibile avere vaccini monocomponenti contro difterite, pertosse, morbillo, rosolia e parotite.

Quale è il calendario delle vaccinazioni?

Le prime vaccinazioni si effettuano davvero in tenera età. Infatti, a tre mesi già si richiede che i bambini siano stati vaccinati contro:

  • Difterite (prima dose)
  • Tetano (prima dose)
  • Pertosse (prima dose)
  • Poliomielite (prima dose)
  • Epatite B (prima dose)
  • Haemophilius influenzale (prima dose)

Queste sono da effettuarsi attraverso una somministrazione esavalente per cui gli antigeni relativi alle varie malattie sono combinati in un’unica iniezione.

Oltre alle 6 vaccinazioni obbligatorie, si raccomandano a quest’età anche:

  • Meningococco B (prima dose)
  • Pneumococco (prima dose)

Un mese più tardi, quando il neonato è nel quarto mese di vita, si può optare per una seconda dose di meningococco di tipo B. A 5 mesi è obbligatoria una seconda dose della vaccinazione esavalente; inoltre, può essere somministrata una seconda dose di pneumococco, mentre a 6 mesi una terza dose di meningococco B.

A 11 mesi si devono somministrare le vaccinazioni contro:

  • Difterite (terza dose)
  • Tetano (terza dose)
  • Pertosse (terza dose)
  • Poliomielite (terza dose)
  • Epatite B (terza dose)
  • Haemophilius influenzale (terza dose)

Tra i 13 e 15 mesi, sono obbligatorie le vaccinazioni contro:

  • Morbillo (prima dose)
  • Parotite (prima dose)
  • Rosolia (prima dose)
  • Varicella (prima dose)

Il cui richiamo si effettua a 6 anni insieme al richiamo contro difterite, tetano, pertosse e polio.

Altre vaccinazioni raccomandate sono:

  • rotavirus (due o tre dosi a seconda del tipo di vaccino tra i 3 e 7 mesi)
  • meningococco C (prima dose tra i 13 e 15 mesi e seconda dose tra i 12 e 18 anni)
  • HPH (due o tre dosi tra i 12 e 18 anni)

Per quanto sembri estremamente prematuro vaccinare i nostri figli in così tenera età, ci sono più che valide motivazioni scientifiche per questa scelta. Prima di tutto, già a 2 mesi il sistema immunitario del bambino è già in grado di rispondere alla vaccinazione. Inoltre, le vaccinazioni sono sicure e non è necessario aspettare per aumentare la sicurezza ed efficacia del vaccino. Infine, posporre i vaccini aumenta solamente il rischio che i bambini contraggano le infezioni prevenibili con la vaccinazione.

FAQs:

Quanto costa far vaccinare i nostri figli?

I vaccini di base e quelli raccomandati sono coperti dall’assicurazione obbligatoria delle cure medico-sanitarie. La vaccinazione contro i virus del papilloma (HPV) è gratuita solo se viene effettuata nell’ambito dei programmi cantonali di vaccinazione.

Può il bambino venire indebolito da molti vaccini?

Per quanto vaccinare i nostri figli, possa, a volte, sembrarci un processo barbaro, in realtà è scientificamente dimostrato che la somministrazione contemporanea di più vaccini ne aumenta l’efficacia. Questo accade dal momento che si potenzia la risposta protettiva del sistema immunitario, oltre a sottoporre il neonato solamente una volta allo stress della vaccinazione.

Quali sono gli effetti collaterali più frequenti?

Per quanto la tecnologia si sia evoluta in maniera impressionante, ci sono ancora probabilità che i bimbi presentino degli effetti collaterali in seguito alle vaccinazioni. Si tratta generalmente di sintomi lievi e di breve durata i quali si risolvono normalmente da soli.

Possibili complicazioni potrebbero essere:

  • Febbre come reazione all’antifebbrile e che scompare in poche ore
  • Irritabilità e uggiosità specialmente nei bambini più piccoli
  • Pianto associato al dolore in seguito all’iniezione
  • Sonnolenza subito dopo la vaccinazione: questa si manifesta soprattutto nei neonati
  • Rossore, tumefazione e dolore nel punto dell’iniezione 

Come tranquillizzare il bambino prima del vaccino?

Non ci sono soluzioni strampalate o magiche per rendere il più indolore possibile quest’esperienza per il bambino. Il metodo più sicuro è certamente attaccare il bambino al seno: questo non solo lo calma, ma anche lo distrae da quello che gli succede intorno. Se la mamma non allatta, un altro metodo può essere quello di prendere il bimbo in braccio, cullarlo e dargli il ciuccio. 

Un altro metodo, che pare attenuarsi dopo i 6 mesi, è somministrare al neonato acqua e zucchero. Quando il bambino cresce, è buona norma tenare di spiegarli cosa sta per succedere e cosa c’è da aspettarsi: questo perché molti bambini hanno la necessita di capire cosa accade intorno per poter razionalizzare la paura. In casi estremi, si può richiedere la somministrazione di una crema anestetica locale.

Che cosa succede se un genitore non vaccina il proprio figlio?

Se vogliamo cercare un esempio dei disastrosi effetti della mancata vaccinazione, possiamo parlare del morbillo. Sfortunatamente, la copertura vaccinale contro il morbillo, ossia la percentuale dei bambini vaccinati, non è omogenea nel nostro Paese. Nel 2002, si è creato un grande divario nord-sud e, in vaste aree del meridione, la copertura vaccinale era intorno al 50%. Nello stesso anno, si è verificata una grave epidemia di morbillo, che ha interessato proprio le aree con una minore copertura vaccinale. I risultati sono davvero terrificanti: 

  • oltre 40.000 casi
  • 3.072 ricoveri per morbillo e complicazioni, tra cui: 
    • 81 encefaliti
    • 77 episodi convulsivi
    • 391 polmoniti
    • 235 altre complicanze respiratorie (specialmente bronchite)
    • 16 trombocitopenie (diminuzione delle piastrine nel sangue)
    • 4 decessi. 

Per bambini e ragazzi da 0 a 16 anni, si incorre nel pagamento di una multa da 100 a 500 euro nel caso della mancata esecuzione delle vaccinazioni obbligatore. Tra 0 e 6 anni, inoltre, c’è il divieto di ingresso in asili nido e scuole d’infanzia. Per bambini e ragazzi che frequentano la scuola dell’obbligo (primarie, secondarie e primi due anni delle superiori) non è invece previsto il divieto di accesso a scuola. 

Nel caso in cui i bimbi che frequentano le scuole dell’obbligo non possano essere vaccinati per motivi di salute, questi verranno inseriti in classi in cui non sono presenti altri minori non vaccinati. Chiaramente ci devono essere delle ragioni accuratamente documentate e approvate dal sistema sanitario.

In caso si verifica un’adempienza da parte dei genitori, la procedura Asl è la seguente. Secondo la circolare operativa emanata dal Ministero della salute nell’agosto 2017, ogni Asl ha il dovere di mettere in atto una procedura a livello per mettere in regola bambini e famiglie non in regola.

La circolare da’ infatti delle linee generali da seguire in questi casi:

  1. I genitori vengono convocati dall’Asl tramite un invito scritto e vengono invitati alla vaccinazione, con materiale informativo extra.
  2. In caso di mancata risposta da parte dei genitori, l’Asl ripete l’invito, questa volta tramite raccomandata. Con questo invito, l’Asl richiede un colloquio nel quale verranno affrontate le motivazioni della mancata vaccinazione. Inoltre, si fornirà una completa informazione sull’obiettivo individuale e collettivo del vaccino e, soprattutto, si parlerà dei rischi della mancata prevenzione. In questo caso, si può persino ricorrere al coinvolgimento del pediatra o del medico di base.
  3. Se i genitori non si presentano al colloquio o non accettano la vaccinazione del proprio figlio, l’Asl contesta formalmente l’inadempimento all’obbligo vaccinale.

I vaccini posso causare l’autismo?

Questa ipotesi nasce da uno studio scientifico del 1998 portato avanti dal medico Andrew J. Wakefield. L’ipotesi si basava su evidenze che correlavano il vaccino morbillo-parotite-rosoloia (MPR) con una malattia infiammatoria intestinale che provocava una permeabilità dell’intestino a sostanze in grado di danneggiare il cervello. Queste ipotesi sono state, tuttavia, ritrattate dagli stessi autori della ricerca con severe conseguenze quali l’esclusione di Wakefield dall’albo dei medici.

Studi più recenti hanno rafforzato la conclusione che non esista nessuna correlazione tra autismo e vaccini. Questo è stato dimostrato da uno studio condotto dai ricercatori dello Statens Serum Institut di Copenaghen: gli studiosi danesi hanno, infatti, affermato che non ci sia nessun rapporto di causa-effetto tra i disturbi dello spettro autistico e i vaccini Mpr. Al contrario, il sempre più crescente movimento dei no-vax sta mettendo a grave rischio la salute della popolazione mondiale rischiando, addirittura, di far tornare malattie dichiarate debellate o quasi.

I vaccini possono provocare l’epilessia?

Sebbene le convulsioni siano incluse nelle controindicazioni – estremamente improbabili – della vaccinazione, è bene ricordare che esse sono manifestazioni comuni a diverse condizioni cliniche. Sebbene alcune forme di epilessia possano verificarsi per la prima volta in concomitanza con le vaccinazioni, queste non sono annoverate tra le possibili cause di epilessia. Inoltre, l’epilessia normalmente si manifesta nel primo anno di vita, momento in cui i bambini hanno già effettuato il ciclo di base delle vaccinazioni. 

Quanti casi di malattia si sono verificati negli ultimi anni nei soggetti vaccinati?

Non ci sono state segnalazioni per quanto riguarda poliomielite e difterite negli ultimi anni. In merito alle altre malattie infettive, quali ad esempio pertosse, haemophilus ed epatite B, non ci sono studi specifici in merito.
Tutti i casi di tetano osservati in Italia nel corso degli ultimi anni hanno interessato persone che non erano mai state vaccinate, o che non erano vaccinate in modo adeguato, per esempi con meno di 3 dosi, o in un intervallo superiore a 10 anni dall’ultima dose. Tuttavia, e’ bene notare che, nella maggior parte dei casi di tetano segnalati in questi ultimi anni, l’infezione è stata provocata da ferite o da escoriazioni di modesta entità.

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