Bambino non parla: cosa fare se mio figlio non pronuncia le parole

Spesso capita che i bambini anche dopo aver superato l’età di 2 anni non riescano ancora a parlare. Questo genera delle tensioni e preoccupazioni tra i genitori, che iniziano a chiedersi se sia presente un problema serio. In questo articolo ti spiegherò le cause di questo ritardo e cosa fare quando un bambino non parla.

Quando un bambino inizia a parlare?

Prima di spiegarti perché un bambino di 2 anni non parla, vediamo insieme qual è il tipico percorso di sviluppo linguistico che interessa i bambini. In genere le prime parole compaiono tra i 9 e 13 mesi. Piano piano queste parole vengono associate a oggetti reali e a concetti astratti, in maniera automatica. All’età di 16 mesi il bambino conosce già circa 50 parole diverse.

Dai 18 mesi in poi il bambino inizia ad ampliare il suo vocabolario, arricchendolo con termini ed espressioni nuove in pochissimo tempo. In soli 2 mesi infatti un bambino triplica le parole che conosce. In questo periodo aumenta anche la sua capacità di costruire le frasi, ad esempio trasformando quello che era un semplice “pappa”, in “voglio la pappa”.

Tra i 24 e i 36 mesi si ha uno sviluppo di tipo grammaticale. Le frasi diventano più lunghe e complesse, includendo elementi come soggetto, verbo e complementi. Anche il vocabolario continua ad ampliarsi.

Perché un bambino non parla?

Perché un bambino non parla

Questo percorso, tuttavia, non si verifica con le stesse tempistiche in tutti i bambini. In alcuni casi possono essere presenti dei “ritardi”, che possono estendersi andando a generare situazioni in cui un bambino di 2 anni non parla o un bimbo di 3 anni non parla ancora. Esistono due fattori principali per cui un bambino non parla:

  • Ritardo fonologico: si tratta di un disturbo del linguaggio lieve, che nella maggior parte dei casi si risolve totalmente entro i 5-8 anni di età, se non sono presenti ulteriori complicazioni.
  • Pigrizia: si tratta di un atteggiamento che caratterizza la maggior parte dei bambini, che può influenzare anche il linguaggio. Nello specifico, se il bambino capisce che le proprie richieste vengono esaudite senza dover aprir bocca, potrebbe non considerare l’attività del parlare come una necessità primaria.

Qual è la causa?

Questi due fattori possono essere generati da diverse aspetti che interessano il bambino in sé, l’ambiente che lo circonda e il modo in cui cresce.

In particolare, il ritardo fonologico potrebbe essere causato da dei disturbi cognitivi, percettivi o neurologici, di entità variabile. Diventa di fondamentale importanza valutare la presenza di questi disturbi consultando un pediatra e se necessario un logopedista, uno psicologo dell’infanzia o un neuropsichiatra infantile.

Per quanto riguarda la pigrizia, invece, nella totalità dei casi si tratta di un atteggiamento generato dall’ambiente in cui vive e cresce il bambino. In alcune famiglie che possono essere definite “silenziose”, se il bimbo di 3 anni non parla è perché non si trova ad essere esposto a degli stimoli sufficienti per fare in modo che senta la necessità di dover parlare per comunicare con chi gli sta intorno.

Inoltre, alcuni bambini potrebbero avere un carattere particolarmente introverso fin da piccoli che li porta a non riuscire a comunicare facilmente. Questi bambini “taciturni” non hanno nessun problema di tipo cognitivo o neurologico, ma la timidezza potrebbe limitare le loro capacità espressive.

Cosa non fare quando un bambino non parla

Le forti preoccupazioni che nascono quando un bambino di 2 anni non parla, portano spesso i genitori a compiere degli sforzi estremi, che potrebbero essere decisamente controproducenti. In questa sezione puoi scoprire quali sono gli errori da non commettere quando tuo figlio non parla anche dopo aver superato i 24 mesi.

  • Non cercare di fare da insegnante al tuo bambino. Uno degli errori più comuni è quello di cercare di insegnare le parole al proprio piccolo, correggendolo ogni volta che la sbaglia. Nonostante possa sembrare un metodo abbastanza funzionante, è stato dimostrato che questo atteggiamento potrebbe non solo non generare nessun miglioramento nel linguaggio del proprio piccolo, ma anzi creare delle sensazioni d’ansia che vanno a peggiorare le capacità linguistiche del bambino.
  • Non usare un tono bambinesco. Molti genitori utilizzano un tono bambinesco quando comunicano con il proprio bambino. Anche questo atteggiamento è sbagliato. Il bambino deve poter sentire le parole con un tono di voce chiaro e preciso. Camuffando e deformano la voce, infatti, le parole diventano meno comprensibili di quello che si potrebbe pensare.
  • Non insistere eccessivamente. Tantissimi bambini hanno bisogno di più tempo per parlare. Insistere eccessivamente potrebbe causare delle pressioni nel proprio piccolo che andrebbero non solo a peggiorare la situazione, ma anche a intaccare quello che è il percorso linguistico del proprio bambino, generando delle complicanze che potrebbero avere delle ripercussioni a lungo termine.

A chi rivolgersi se un bambino non parla?

Pediatra bambino non parlaNonostante il ritardo nel parlare spesso si risolve semplicemente attendendo il passare degli anni senza dover intervenire in alcun modo, potrebbe essere d’aiuto rivolgersi a uno specialista del settore. Esistono diverse figure professionali a cui si può richiedere una visita se il bimbo di 3 anni non parla:

  • Pediatra: si tratta di un medico generico. Nonostante non sia in grado di effettuare una visita specialistica relativa alle capacità linguistiche del bambino, può indirizzarti meglio sulle figure professionali da consultare per comprendere nello specifico le motivazioni per cui tuo figlio non riesce ancora a parlare. Si consiglia di consultare sempre il proprio pediatra di fiducia prima di recarsi da un qualsiasi altro specialista del settore.
  • Logopedista: esperto del linguaggio che attraverso l’utilizzo di diversi test è in grado di valutare le capacità linguistiche del tuo bambino. Nello specifico, è in grado di capire se le problematiche linguistiche sono a livello fisico, come il palato troppo stretto o la lingua non in grado di muoversi correttamente per formare i suoni, oppure a livello neurologico.
  • Otorino: figura professionale che non viene sempre presa in considerazione quando si parla di problemi linguistici nei bambini. In realtà, non è raro che si formino delle otiti nei bambini che possono causare delle problematiche al senso dell’udito del tuo piccolo, limitandone l’apprendimento a livello fonetico.

E se il bambino parla, ma non pronuncia bene le parole?

Oltre ai ritardi di tipo linguistico, alle volte un bambino non parla bene e non è in grado di pronunciare correttamente alcuni suoni o parole. Anche questo è un disturbo linguistico abbastanza diffuso, soprattutto tra i bambini di età compresa tra i 2 e i 3 anni.

Molti bambini non pronunciano fonemi come t, r, s e c correttamente, altri invece semplificano tutte le parole troncandole a due sillabe o commettono degli errori fonologici eliminando delle parti di parole involontariamente.

Tutte queste problematiche sono tipiche dei primi anni di età, ma si possono protrarre anche durante i primi anni della scuola primaria. Generalmente, proprio la scuola è di grande aiuto per la correzione di questa tipologia di disturbi linguistici.

Cosa non fare se il bambino non parla bene

A prescindere dal fatto che il problema si posso risolvere con il tempo, aspettando più o meno a lungo, ci sono degli atteggiamenti da evitare per non far peggiorare la situazione:

  • Non correggere continuamente il bambino. Un atteggiamento di questo tipo genera delle frustrazioni. Puoi aiutare il tuo piccolo a pronunciare la parola in maniera corretta senza doverla ripetere ogni volta che la sbaglia, ma facendogli fare pratica autonomamente e in maniera libera.
  • Non fargli pressione. Alcuni genitori cercano di correggere gli errori fonetici del proprio bambino in maniera compulsiva. Questo atteggiamento crea un disagio nel bambino che potrebbe sfociare in una paura nel comunicare per evitare di sbagliare
  • Non preoccuparti eccessivamente. La maggior parte dei problemi linguistici di questo tipo non sono legati a una patologia che interessa il sistema cognitivo o neurologico. Tutto si risolve crescendo.
  • Non sottovalutare il problema. Nonostante spesso non vi siano dei problemi preoccupanti alla base di questi disturbi, si consigli sempre di consultare un medico, per capire le motivazioni per cui un bambino non parla bene.

Cosa fare se il bambino non parla bene

Allo stesso modo esistono anche degli atteggiamenti che possono migliorare la situazione, consentendo al tuo bambino di sviluppare le sue competenze linguistiche in maniera sana e naturale.

  • Aiutalo a ripetere la frase. Fornisci al tuo piccolo la pronuncia corretta una singola volta e lascia che sia libero di sbagliare anche ripetutamente fino a quando non avrà ben chiara la pronuncia corretta.
  • Sii paziente. Anche se sembra che il tuo bambino stia impiegando troppo tempo a raggiungere dei miglioramenti significativi, cerca di mantenere la calma.
  • Togli il ciuccio. Alcuni bambini sviluppano dei problemi linguistici a causa dell’abuso dell’utilizzo del ciuccio. Si consiglia di eliminare l’utilizzo del ciuccio il prima possibile.

A chi rivolgersi se un bambino non pronuncia bene le parole

Le figure professionali che possono aiutarti nel caso in cui il tuo bambino non pronuncia bene le parole sono esattamente le stesse a cui dovresti rivolgerti nel caso in cui il tuo bambino non parla. In questo caso, senza dubbio il logopedista è la migliore soluzione tra le tre presentate.

Grazie a degli esercizi di dialogo studiati specificamente per i bambini, il logopedista è in grado di correggere gli errori fonetici commessi dal tuo piccolo. Non solo, grazie a questi test è possibile individuare quali sono gli errori che il tuo bimbo è solito fare in maniera precisa e specifica, in modo da focalizzarsi sulla risoluzione di disturbi linguistici veri e propri.

Prima di consultare un logopedista si consiglia sempre di chiedere un parere al proprio pediatra di fiducia, che potrebbe proporre delle metodologie di cura semplici che spesso funzionano.

Inoltre, se dovessero essere necessari dei test più specifici, è in grado di indirizzarti verso il logopedista giusto, sopportandoti e aiutandoti durante tutto il programma di miglioramento delle competenze linguistiche progettato specificamente per il tuo piccolo.