Svezzamento Neonati: Quando e Come Smettere Di Allattare

Questo articolo aiuta le mamme a capire il tempo giusto per lo svezzamento dei neonati, anche se, care amiche e cari amici, iniziamo ad imparare, fin dall’inizio, che un tempo giusto non c’è. O almeno non è sempre lo stesso per tutti i piccoli.

Cosa significa la parola svezzamento?

Quando parliamo di svezzamento parliamo di un bambino che smette di essere allattato e che riceve la sua alimentazione quotidiana da fonti che sono diverse dal seno della madre.

Anche quei bambini che sono svezzati e che non hanno mai preso il latte materno ma il latte artificiale nel biberon sono comunque considerati bimbi che hanno finito il periodo dell’allattamento. Quello che mi preme dire è che lo svezzamento non è la fine di quello che può essere un legame intimo tra la mamma e il bambino, legame speciale che si crea per forza con l’allattamento.

Nutrire un piccolo, il nostro piccolo, significa prendersi cura di lui, in qualsiasi modo esso avvenga. Il mio consiglio è questo questo: se spesso ci siamo trovate ad allattare il nostro bambino, anche per una certa comodità, allora è bene che ci siano altri modi, altri momenti tra mamma e bambino che possano far sentire il bambino coccolato ed amato, anche per alimentare, appunto, proprio quel legame speciale.

Una mamma può leggere un libro, può cantare una canzone, può giocare con il bimbo in maniera diversa. Ovviamente questa non è una scelta esclusiva tra madre e figlio, anzi è bene regalare momenti differenti e belli tra partner e bimbo, senza nessuna remora ma, anzi, incentivando anche l’altro rapporto, quello tra il bambino e l’altro genitore.

Quando si inizia lo svezzamento?

Quello che ho scritto all’inizio è una verità: non c’è nessuna scadenza da rispettare e non c’è nessuna data che ponga come termine ultimo a cui dare conto.

L’allattamento finisce nel momento in cui sia tu che tuo figlio siete pronti per questo. Negli Stati Uniti l’Accademia dei medici pediatri raccomanda alle mamme di allattare almeno un anno e di prolungare questo periodo se il bambino lo vuole o se il bambino è piuttosto cagionevole nella stagione autunnale (il potenziale, per il sistema immunitario, del latte materno è molto più forte di quello del latte artificiale in questo).

Sappiamo anche benissimo che ci saranno sempre amici e parenti che diranno la loro sul periodo migliore per lo svezzamento ma non c’è un modo giusto o sbagliato di svezzare il proprio cucciolo. Si può scegliere solo il momento che ti sembrerà più giusto per lasciare che tuo figlio mangi altro.

C’è anche chi consiglia il metodo dello svezzamento guidato cioè quello per cui si inizia lo svezzamento proprio nel momento in cui il nostro bambino inizia a perdere dell’interesse per quello che è l’allattamento e questa cosa può iniziare in qualsiasi momento, probabilmente dopo aver iniziato a mangiare del cibo solido (quindi in quell’età che va dai 4 ai 6 mesi). Alcuni bambini, però, diventano più interessati al cibo solido che al latte materno dopo i 12 mesi, cioè dopo aver provato una serie di cibi diversi e continuando a bere il latte.

Ci sono bambini più piccoli che non sono contenti di passare parte del loro tempo seduti mentre la madre li allatta. Proprio per questo dobbiamo essere molto attente a questi segnali che il bimbo potrà darci all’improvviso perché saranno questi a farci capire che il nostro bambino è pronto per lo svezzamento.

C’è anche chi preferisce seguire quello che è uno svezzamento guidato dalla madre stessa. Cioè se una mamma torna a lavorare può decidere lei stessa quando allattare il bambino, in quali orari, e quindi questo può gradualmente modificare l’allattamento e il successivo svezzamento.

Unico consiglio reale: evitare quello che è lo svezzamento a freddo, cioè interrompere da un momento all’altro, e bruscamente, l’allattamento del proprio figlio. Oltre a essere traumatico per il piccolo può essere molto traumatico per il seno della donna.

Come faccio a svezzare il mio bambino?

Quando si tratta di cibo non si sa mai come comportarsi. Infatti abbiamo imparato che anche in gravidanza non sappiamo come mangiare correttamente, non sappiamo se mangiare gamberi o mangiare formaggio  possa essere una scelta giusta o meno.

E sono altrettanto sicura che questi dubbi sorgano decuplicati in quello che è il nostro rapporto con il nostro bambino. Quindi non abbiate timore nell’esporre le vostre paure perché è solo condividendo le proprie esperienze e quelle che sono le vostre insicurezze che si può imparare davvero tanto su quelle che sono le vari fasi della gravidanza prima e del rapporto con il nostro bambino poi.

D’altronde le mamme sono sempre molto solidali, qualcuna può essere più portata a vivere un rapporto naturale con il proprio figlio, qualche altra può avere qualche difficoltà in più nel capire quali siano le reazioni del piccolo a questa o quella difficoltà.

Arrivati a questo punto la domanda è sempre la stessa: come faccio a capire quando svezzare il bambino? E la risposta, più o meno valida per tutte, è sempre questa: quando si iniziano a intuire quelli che sono dei segni di frustrazione del piccolo al momento dell’allattamento. E quali sono i metodi con cui posso aiutare il mio bambino a staccarsi, gradualmente, dal seno?

Consigli utili per uno svezzamento graduale

Allora il primo consiglio utile può essere certamente quello di saltare un allattamento al seno durante la giornata. Se siete, cioè, abituate ad allattare il proprio figlio a orari precisi allora sarà bene che, in uno di questi orari, si possa offrire un biberon di latte invece di allattare.

Si può sostituire, infatti, serenamente il latte materno con latte artificiale o latte vaccino intero se il bambino ha, più o meno, un anno d’età. Questo che sembra un consiglio pratico più o meno interessante è anche in grado di dare al nostro bambino di adattarsi man mano. Oltretutto quella che è la tua scorta di latte può, facilmente, diminuire, grazie alle poppate eliminate nella giornata e questo senza causare mastite e senza lasciare i dotti si ostruiscano e si crei una infezione.

Si può anche ridurre il tempo di una poppata, ad esempio si può diminuire da 10 minuti a 5 minuti. E questo tipo di consiglio anche aiuta moltissimo mamma e figlio nel modificare quelle che sono le loro abitudini. Importante, infatti, è scardinare quelle che sono delle abitudini consolidate così che il bambino si stranisca abbastanza e abbia, al tempo stesso, un po’ di fame che potrà essere colmata in altro modo.

Infatti, a seconda dell’età del bambino, si può pensare a uno spuntino sano, come una tazza di latte, la salsa di mele ma quella non zuccherata, la polpa di frutta, sempre naturale. Vi ho consigliato tutti alimenti più o meno liquidi perché fino ai 6 mesi non è consigliabile dare cibo solido ai nostri bambini. Il cibo, però, quello solido può essere serenamente complementare, in un’alimentazione bilanciata a quello che è il latte materno fino a un anno d’età del cucciolo.

Quali possono essere le poppate più difficili da eliminare?

In assoluto, care mamme, certamente la poppata più difficile da eliminare è quella prima di andare a dormire. Oltretutto, in quel caso, il seno della mamma dà del nutrimento al bambino ma rilassa lo stesso con un effetto ciuccio di gomma incredibile.

Sfido a non trovare un bambino che non si sia addormentato durante l’ultima poppata, preferendo, certamente, il contatto a quello che era il mangiare stesso. Puoi, però, provare a distrarre il pupo rinviando, per qualche tempo, un paio di poppate al giorno. Se il bambino è un po’ più grande si può anche distrarlo giocando, leggendo, come si diceva prima, quindi spostando la sua attenzione verso qualcos’altro.

Se preferisce la poppata in prima serata, invece, sarà meglio inventare un rituale molto rilassante prima di andare a dormire. Se il bambino ci sembra un po’ troppo nervoso si può facilitare quello che è il passaggio dal seno al biberon mettendo qualche goccia di latte materno sulle labbra o sulla lingua del nostro piccolo prima di infilare il biberon nella sua bocca. Potrebbe essere una buona soluzione anche dargli una piccola quantità di latte materno, nel biberon, a un paio d’ore da un’altra poppata, così che il bambino non sia così tanto affamato da chiederne di più.

Ma il bambino si sentirà nutrito abbastanza?

Questa che sembra una domanda piuttosto banale è, invece, la domanda che tutte le mamme si fanno nel momento in cui mollano l’allattamento per svezzare il bambino con altro cibo che non sia il proprio latte. E anche quelle che vi sembreranno più esperte non lo saranno mai abbastanza da non porsi questa domanda che, certamente, interessa parecchio alla mamma che ha timore che il cibo dato non sia in grado di far sviluppare il bambino in maniera egregia.

Dobbiamo fugare, però, dei dubbi che molte mamme non sanno. Anche il latte materno non è un alimento completo. Infatti abbiamo una grossa carenza di vitamina D quando allattiamo esclusivamente al seno. Se deciderai di svezzare tuo figlio prima del primo compleanno dovrà, in parte, continuare a bere latte materno o una formula fortificata con il ferro fino a che non avrà compiuto due anni.

Nel momento in cui il bambino mangerà più alimenti differenti allora avrà davvero tutti i nutrienti di cui avrà bisogno. Infatti consiglio anche un appuntamento con un medico che sia in grado di aiutare i genitori anche con un piano alimentare che segua le esigenze dell’età del bambino e che sia perfetto per aiutarlo in una crescita sana e felice.